Borgo di Arcumeggia - Paese Dipinto Museo all'aperto Casalzuigno
Arcumeggia, nella verde Valcuvia a nord di Varese, è il primo "paese dipinto" (168 dipini murari) in Italia, nato nel luglio 1956, in un periodo di grande fermento culturale e di grandi speranze. Gli autori sono artisti di fama nazionale ed internazionale che rendono ancora più prezioso il patrimonio storico artistico del paese. Le tecniche e i colori utilizzate dagli artisti impongono quell'attenzione nuova, nel campo del restauro, che viene sempre più spesso portata all'interesse della conservazione in quanto l'uso di materiali e di metodi diversi rispetto all'arte antica provoca la necessità di dover intervenire anche a poca distanza dall'esecuzione delle opere.
Arcumeggia è un paese ora frazione del Comune di Casalzuigno, situato a mezza costa in Valcuvia.
Il paese, con vocazione prevalentemente agropastorale, ha subito negli ultimi decenni un forte spopolamento progressivo che è seguito al fenomeno dell'emigrazione stagionale, ancora molto viva negli anni 50 del XX secolo. Attualmente ad Arcumeggia vivono poco più di 50 abitanti, non vi sono esercizi pubblici, è rimasto un unico ristorante con apertura estiva solo di sabato e domenica.
Questa piccola premessa è importante perché la storia dei dipinti, della loro conservazione e della loro valorizzazione non può prescindere dall'ambiente anche umano e antropizzato in cui le opere si trovano; infatti, proprio per la caratterizzazione dei dipinti murali di Arcumeggia, è fondamentale tenere presente che la conservazione è strettamente collegata "all'utilizzo" delle case, delle vie, dei cortili, dei luoghi pubblici e privati in cui si trovano collocate le opere.
Negli anni '50 il paese era ancora abbastanza popolato e l'EPT (Ente Provinciale per il Turismo) di Varese lo individuò come luogo da cui far partire il rilancio turistico della zona. Si pensò ad una iniziativa artistica fortemente connotata che "avrebbe richiamato l'attenzione sul valore della tecnica dell'affresco…"
Nell'estate 1956 prende quindi il via l'iniziativa con la realizzazione dei primi affreschi sui muri delle case del paese individuati dagli organizzatori dell'operazione: Mario Beretta e Manlio Raffo, presidente e segretario dell'EPT, con la consulenza dell'architetto Bruno Ravasi.
Gli artisti coinvolti furono: Gianfilippo Usellini, che si rivelerà poi l'animatore delle varie manifestazioni che seguiranno, Achille Funi, Eugenio Tomiolo, Francesco Menzio, Fiorenzo Tomea, Giovanni Brancaccio, Enzo Morelli, Giuseppe Montanari, Bruno Saetti, Ferruccio Ferrazzi.
L'anno successivo, vista la grande risonanza che l'operazione aveva avuto, l'iniziativa proseguì con l'intervento anche di altri artisti fra cui anche Aligi Sassu e Remo Brindisi che realizzò il dipinto più grande del paese.
Proprio in questi primissimi anni si progettò la Casa del Pittore, nata come alloggio e studio per i pittori che soggiornavano durante la realizzazione delle opere. Questo edificio, progettato da Bruno Ravasi, è attualmente proprietà della Provincia, e si presenta come un piccolo, interessantissimo museo dove sono raccolti bozzetti, cartoni, disegni preparatori e documentazioni delle varie manifestazioni susseguitisi. Purtroppo il museo è chiuso al pubblico e le opere che vi sono conservate necessitano di una attenta catalogazione e di una adeguata conservazione. I questo progetto rientrano anche alcune opere che lì sono state lasciate dagli artisti.
Nel 1958 e nel 1959 vennero realizzati altri dipinti murali ad opera di Cristoforo De Amicis, Luigi Montanarini e Sante Monachesi. Questi realizzò un'opera che suscitò subito la reazione del parroco, che riteneva il soggetto sconveniente; l'artista stesso intervenne quindi a modificare il dipinto cambiando anche il titolo: da "W le donne di Arcumeggia" a "Trionfo di Gea".
Nel 1961 l'esperienza riprese attraverso l'organizzazione di un corso di affresco; il corso era indirizzato, come borsa di studio, agli allievi di Accademia italiane, la direzione del corso fu di Usellini e le lezioni furono tenute da Montanari e Morellato in alcuni cortili del paese utilizzando supporti mobili. Successivamente, nel 1964, si tenne un altro corso dello stesso genere.
Nel frattempo era stato iniziato un altro progetto che riguardava la realizzazione di una Via Crucis sul sagrato della chiesa all'inizio del paese, in uno spazio individuato da Ravasi.
In quegli anni furono realizzati anche altri affreschi sulle case del paese ad opera di Giuseppe Migneco, Gianni Dova e Aldo Carpi.
Si può ritenere questo il nucleo storico delle pitture di Arcumeggia, dove le opere realizzate fra il 1956 e il 1966 a cui si aggiunsero Innocente Salvini nel 1971 d Ernesto Treccani nel 1974, rappresentano il pensiero e le maggiori tendenze artistiche italiane della metà del '900 aventi la comune finalità il riproporre l'importanza dell'arte figurativa in contrapposizione alla pittura astratta ed informale.
L'operazione ebbe allora grande risonanza e popolarità accrescendo l'importanza dell'evento. Margherita Sarfatti scriveva " Arcumeggia in Valcuvia segna un passo innanzi. E' un villaggio pioniere e pilota. Rappresenta un piccolo e riuscito tentativo di riavvicinare l'arte alla vita, in non oziose e non leziose né artificiose vacuità…."
A questo fervore seguirono anni di progressivo rallentamento e stasi fino all'incarico dato a Morellato nel 1985 di eseguire i primi interventi per la conservazione delle opere; nello stesso periodo vennero realizzate delle tettoie per riparare alcuni dipinti. Sempre nel 1985 ripartì l'iniziativa del corso di affresco con studenti di provenienza internazionale.
Vi furono in seguito delle sporadiche iniziative come la realizzazione di un nuovo affresco di Aligi Sassu sulla casa parrocchiale e di 2 dipinti di Carlo Nino Trovato e di Gioxe De Micheli nel 1991, a cui seguirono nel 1994 Umberto Faini, nel 1996 Massimo Antime Parietti, nel 2001 Antonio Perdetti ed infine un'opera di Albino Reggiori nel 2007, eseguita da Piergiorgio Ceresa e Leo Tami.
Come si vede da questa veloce sintesi storica già nel 1985 le opere presentavano la necessità di interventi conservativi e si poneva quindi il problema della tutela e della valorizzazione per quasi tutte quelle realizzate nei 3 decenni precedenti; questo portò verso la fine del 1993 alla sottoscrizione di una convenzione fra la Comunità Montana della Valcuvia, la Provincia di Varese e il Comune di Casalzuigno con la finalità della valorizzazione e tutela di tutto il complesso di Arcumeggia, compresi la Casa del Pittore e la Bottega del Pittore. Questa convenzione venne rinnovata nel 1997 e nel 2006 con la Provincia di Varese come ente capofila e con la collaborazione della Pro Arcumeggia. Nel 2000 venne eseguita la catalogazione SIRBEC. Con l'occasione dei 50 anni del paese dipinto vennero realizzate una serie di manifestazioni culturali che portarono anche alla attivazione nel 2007 di un nuovo corso di affresco a cui parteciparono gli studenti del Liceo Artistico di Varese. Per quanto riguarda la conservazione dei dipinti proprio nel 2006 vi fu l'incarico all'Opificio delle Pietre Dure di effettuare l'analisi dello stato di conservazione dei dipinti murali che venne realizzato nell'estate del 2007 con il coinvolgimento degli studenti.
Arcumeggia è un paese ora frazione del Comune di Casalzuigno, situato a mezza costa in Valcuvia.
Il paese, con vocazione prevalentemente agropastorale, ha subito negli ultimi decenni un forte spopolamento progressivo che è seguito al fenomeno dell'emigrazione stagionale, ancora molto viva negli anni 50 del XX secolo. Attualmente ad Arcumeggia vivono poco più di 50 abitanti, non vi sono esercizi pubblici, è rimasto un unico ristorante con apertura estiva solo di sabato e domenica.
Questa piccola premessa è importante perché la storia dei dipinti, della loro conservazione e della loro valorizzazione non può prescindere dall'ambiente anche umano e antropizzato in cui le opere si trovano; infatti, proprio per la caratterizzazione dei dipinti murali di Arcumeggia, è fondamentale tenere presente che la conservazione è strettamente collegata "all'utilizzo" delle case, delle vie, dei cortili, dei luoghi pubblici e privati in cui si trovano collocate le opere.
Negli anni '50 il paese era ancora abbastanza popolato e l'EPT (Ente Provinciale per il Turismo) di Varese lo individuò come luogo da cui far partire il rilancio turistico della zona. Si pensò ad una iniziativa artistica fortemente connotata che "avrebbe richiamato l'attenzione sul valore della tecnica dell'affresco…"
Nell'estate 1956 prende quindi il via l'iniziativa con la realizzazione dei primi affreschi sui muri delle case del paese individuati dagli organizzatori dell'operazione: Mario Beretta e Manlio Raffo, presidente e segretario dell'EPT, con la consulenza dell'architetto Bruno Ravasi.
Gli artisti coinvolti furono: Gianfilippo Usellini, che si rivelerà poi l'animatore delle varie manifestazioni che seguiranno, Achille Funi, Eugenio Tomiolo, Francesco Menzio, Fiorenzo Tomea, Giovanni Brancaccio, Enzo Morelli, Giuseppe Montanari, Bruno Saetti, Ferruccio Ferrazzi.
L'anno successivo, vista la grande risonanza che l'operazione aveva avuto, l'iniziativa proseguì con l'intervento anche di altri artisti fra cui anche Aligi Sassu e Remo Brindisi che realizzò il dipinto più grande del paese.
Proprio in questi primissimi anni si progettò la Casa del Pittore, nata come alloggio e studio per i pittori che soggiornavano durante la realizzazione delle opere. Questo edificio, progettato da Bruno Ravasi, è attualmente proprietà della Provincia, e si presenta come un piccolo, interessantissimo museo dove sono raccolti bozzetti, cartoni, disegni preparatori e documentazioni delle varie manifestazioni susseguitisi. Purtroppo il museo è chiuso al pubblico e le opere che vi sono conservate necessitano di una attenta catalogazione e di una adeguata conservazione. I questo progetto rientrano anche alcune opere che lì sono state lasciate dagli artisti.
Nel 1958 e nel 1959 vennero realizzati altri dipinti murali ad opera di Cristoforo De Amicis, Luigi Montanarini e Sante Monachesi. Questi realizzò un'opera che suscitò subito la reazione del parroco, che riteneva il soggetto sconveniente; l'artista stesso intervenne quindi a modificare il dipinto cambiando anche il titolo: da "W le donne di Arcumeggia" a "Trionfo di Gea".
Nel 1961 l'esperienza riprese attraverso l'organizzazione di un corso di affresco; il corso era indirizzato, come borsa di studio, agli allievi di Accademia italiane, la direzione del corso fu di Usellini e le lezioni furono tenute da Montanari e Morellato in alcuni cortili del paese utilizzando supporti mobili. Successivamente, nel 1964, si tenne un altro corso dello stesso genere.
Nel frattempo era stato iniziato un altro progetto che riguardava la realizzazione di una Via Crucis sul sagrato della chiesa all'inizio del paese, in uno spazio individuato da Ravasi.
In quegli anni furono realizzati anche altri affreschi sulle case del paese ad opera di Giuseppe Migneco, Gianni Dova e Aldo Carpi.
Si può ritenere questo il nucleo storico delle pitture di Arcumeggia, dove le opere realizzate fra il 1956 e il 1966 a cui si aggiunsero Innocente Salvini nel 1971 d Ernesto Treccani nel 1974, rappresentano il pensiero e le maggiori tendenze artistiche italiane della metà del '900 aventi la comune finalità il riproporre l'importanza dell'arte figurativa in contrapposizione alla pittura astratta ed informale.
L'operazione ebbe allora grande risonanza e popolarità accrescendo l'importanza dell'evento. Margherita Sarfatti scriveva " Arcumeggia in Valcuvia segna un passo innanzi. E' un villaggio pioniere e pilota. Rappresenta un piccolo e riuscito tentativo di riavvicinare l'arte alla vita, in non oziose e non leziose né artificiose vacuità…."
A questo fervore seguirono anni di progressivo rallentamento e stasi fino all'incarico dato a Morellato nel 1985 di eseguire i primi interventi per la conservazione delle opere; nello stesso periodo vennero realizzate delle tettoie per riparare alcuni dipinti. Sempre nel 1985 ripartì l'iniziativa del corso di affresco con studenti di provenienza internazionale.
Vi furono in seguito delle sporadiche iniziative come la realizzazione di un nuovo affresco di Aligi Sassu sulla casa parrocchiale e di 2 dipinti di Carlo Nino Trovato e di Gioxe De Micheli nel 1991, a cui seguirono nel 1994 Umberto Faini, nel 1996 Massimo Antime Parietti, nel 2001 Antonio Perdetti ed infine un'opera di Albino Reggiori nel 2007, eseguita da Piergiorgio Ceresa e Leo Tami.
Come si vede da questa veloce sintesi storica già nel 1985 le opere presentavano la necessità di interventi conservativi e si poneva quindi il problema della tutela e della valorizzazione per quasi tutte quelle realizzate nei 3 decenni precedenti; questo portò verso la fine del 1993 alla sottoscrizione di una convenzione fra la Comunità Montana della Valcuvia, la Provincia di Varese e il Comune di Casalzuigno con la finalità della valorizzazione e tutela di tutto il complesso di Arcumeggia, compresi la Casa del Pittore e la Bottega del Pittore. Questa convenzione venne rinnovata nel 1997 e nel 2006 con la Provincia di Varese come ente capofila e con la collaborazione della Pro Arcumeggia. Nel 2000 venne eseguita la catalogazione SIRBEC. Con l'occasione dei 50 anni del paese dipinto vennero realizzate una serie di manifestazioni culturali che portarono anche alla attivazione nel 2007 di un nuovo corso di affresco a cui parteciparono gli studenti del Liceo Artistico di Varese. Per quanto riguarda la conservazione dei dipinti proprio nel 2006 vi fu l'incarico all'Opificio delle Pietre Dure di effettuare l'analisi dello stato di conservazione dei dipinti murali che venne realizzato nell'estate del 2007 con il coinvolgimento degli studenti.